
L’ennesimo ritorno di Pál Dárdai a Berlino sponda biancoblu sa tanto di ultima spiaggia con l’Hertha costretto a correre ai ripari dopo un periodo di crisi che sembra non aver fine. I notevoli investimenti fatti nelle ultime sessioni di mercato da Lars Windhorst ed il suo entourage sembravano rappresentare un nuovo punto di partenza per la Alte Dame del calcio tedesco ma ad oggi nulla è andato come sperato. Dopo la pesante sconfitta incassata all’Olympiastadion contro il Werder Brema, è saltata la panchina di Bruno Labbadia, ma la sensazione è che questa crisi non dipenda dall’allenatore – la dirigenza in un anno e mezzo ne ha già sostituiti molti: Covic, Klinsmann, Nouri, Labbadia, ora Dardai – bensì che ci sia un problema strutturale non trascurabile.
Dopo aver cambiato ben 4 tecnici nella passata stagione si pensava che con l’arrivo di giocatori del calibro di Schwolow, Tousart e Cordoba, più il grande colpo Guendouzi, l’Hertha potesse trovare la stabilità e la solidità necessarie per tornare in Europa. Non solo ad oggi l’obiettivo sembra quanto mai lontano ma la Alte Dame è coinvolta nella lotta per non retrocedere. La formazione della capitale tedesca è 14ª insieme all’Arminia Bielefeld, sopra di soli due punti dal terz’ultimo posto, occupato dal Colonia e che significa spareggio per non retrocedere in Zweite Liga. L’unico acuto di un’annata finora disastrosa è stata la bella e convincente vittoria nel derby di Berlino contro la sorpresa di questo campionato, l’Union, per il resto una serie di delusioni che si è accentuata nell’ultimo periodo con ben tre sconfitte nelle ultime 4 gare dove gli uomini allora allenati da Labbadia hanno segnato solo un gol e ne hanno subiti addirittura otto.
👋 @paldardai is back! 🔵⚪
The 44-year-old is officially our new head coach. He will be assisted by 'Zecke' #Neuendorf and Admir #Hamzagić 🤝#HaHoHe pic.twitter.com/irQB1nNeVt
— Hertha Berlin (@HerthaBSC_EN) January 25, 2021
I nuovi acquisti finora non hanno portato alcun vantaggio. Schwolow, seppur con poche colpe, non è riuscito a dare sicurezza ad un reparto che dopo 18 partite di Bundesliga ha già subito 32 reti. Alderete è arrivato per fare il sostituto dei centrali titolari e finora si è trovato sempre in campo se non a causa di alcuni infortuni con tutte le conseguenze che ciò può portare. Cordoba non è andato malissimo (5 gol e 1 assist in 12 partite) ma paradossalmente il punto più importante della trattativa è stato quello di togliere un giocatore chiave ad una squadra che si è rivelata essere una rivale diretta per non retrocedere, il Colonia. Ma le due più grandi delusioni sono state certamente Guendouzi e Tousart. I due centrocampisti francesi non hanno reso quanto previsto, anche se l’ex Arsenal è stato certamente più impattante dell’ex Lione, ed invece che essere i valori aggiunti di una squadra dalle ottime prospettive si sono adeguati alla mediocrità vista sul rettangolo verde. Devono essere loro ad intrecciare le trame di gioco, liberare gli attaccanti e fare filtro davanti alla difesa ma per ora non sono riusciti a stare su questi livelli.
Ora si apre un nuovo capitolo per l’Hertha, il terzo per Dardai con l’Alte Dame dopo il lungo periodo da giocatore (15 anni) e quello da allenatore (prima nelle giovanili dal 2012 al 2015, poi fino al 2019 in prima squadra), l’obiettivo è quello di riportare calma ad una squadra frenetica che non riesce a concretizzare quanto crea, composta da giocatori di assoluto talento ma che non sempre riescono a dimostrarlo. A Berlino sono pronti a ripartire, l’obiettivo è quello di allontanarsi il più possibile dalla zona salvezza e, solo dopo, provare a guardare in avanti.
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