
Se il nome di Matthew Hoppe non vi dice niente, potete chiedere informazioni all’Hoffenheim ed in particolare a Oliver Baumann, che durante la sfida contro lo Schalke si è visto superare tre volte dallo statunitense in appena venti minuti di gioco. Prima lo scavetto mancino, poi un dribbling come andava di moda fare una ventina d’anni fa, per depositare in rete a porta vuota, poi di nuovo il tocco sotto, stavolta di destro. Il tutto con la spensieratezza e l’entusiasmo che solo i 19 anni possono regalare.
La tripletta di Hoppe, alla sua terza presenza da titolare in Bundesliga, è un evento che catalizza molto di più di un precocissimo traguardo personale. Innanzitutto, nessuno statunitense aveva mai segnato tre gol nel massimo campionato tedesco, ma il punto focale è che il 4-0 con cui i Knappen hanno chiuso la partita (timbro finale di Harit, autore di tutti e tre gli assist per i gol precedenti) gli ha evitato di entrare nella storia dalla parte sbagliata. La serie di partite consecutive senza vittoria in campionato si è fermata a 30, a quasi un anno esatto dai tre punti conquistati contro il Borussia Mönchengladbach a gennaio 2020. Spezzata la maledizione, questo ha permesso al Tasmania Berlino di tenersi stretto il suo record di 31 partite senza vittoria, che dura dal 1965-66. Una stagione assolutamente particolare, in cui la piccola compagine della capitale si ritrovò catapultata dal semi-professionismo alla Bundesliga in seguito al declassamento dell’Hertha ed alla regola della DFB di allora che imponeva la presenza di almeno una squadra di Berlino nel massimo campionato.
Nel frattempo il Tasmania è fallito per bancarotta ed è stato rifondato e dall’anno scorso milita in NOFV-Oberliga Nord, la quinta serie tedesca. Ancora oggi, per i suoi tifosi la collezione di record negativi (tra gli altri, anche il minor numero di punti e la peggior differenza reti) è un elemento talmente caratteristico da diventare quasi un vanto, una stramba bacheca di trofei al contrario da esporre nei vari campi di provincia.
A bakery in #Dortmund is taking the biscuit a little bit with these treats today …
… hoping Schalke can put the icing on the cake this weekend …
… sorry, we'll get our coats.#S04TSG #Bundesliga pic.twitter.com/unP5S99Big
— DW Sports (@dw_sports) January 9, 2021
Questa pasticceria di Dortmund, città legata a Gelsenkirchen da un’accesa rivalità, dovrà smaltire un bel po’ di biscotti…
Come detto sopra, la serata in cui lo Schalke ha, almeno momentaneamente, interrotto l’incubo è stata quella in cui Hoppe ha realizzato il sogno. Nato a Yorba Linda, all’interno di quell’Orange County californiana resa famosa dall’omonimo teen drama dei primi anni 2000, l’attaccante dello Schalke condivide i natali con una personalità chiave della storia del suo paese come Richard Nixon. Cresciuto tra gli allenamenti del papà e la Barça Residency Academy di Casa Grande, ha brillato con la maglia della succursale blaugrana, trascinandola alla conquista del titolo in Southwest Division a suon di gol.
Top scorer della competizione, per lui nel 2019 si stavano per aprire le porte della squadra della San Diego State University, prima che arrivasse la proposta dello Schalke. Attaccante abbastanza completo, Hoppe ha sicuramente enormi margini di miglioramento, ma non è difficile intravedere le caratteristiche che hanno stregato gli osservatori tedeschi: un giovane fisicato, rapido e con ottimo fiuto del gol, che attacca la profondità ed ha la tecnica giusta per fare male negli ultimi 16 metri.

Una manciata di presenze con le giovanili dei Knappen sono bastate a Manuel Baum per aggregarlo alla prima squadra e lanciarlo da titolare contro il Borussia Mönchengladbach di fine novembre. Tuttavia, quando il nuovo allenatore Christian Gross ha deciso di posizionarlo accanto ad Uth nel suo 4-4-2 anti-Hoffenheim, molti hanno pensato potesse essere una scelta troppo azzardata. Nel momento peggiore della sua storia, dopo due anni molto difficili passati tra debiti, infortuni, addii al veleno e polemiche intestine, non vincendo per la trentunesima volta in fila lo Schalke avrebbe forse abbracciato definitivamente il baratro.
Ora, invece, si è staccato dall’ultimo posto (+1 sul Mainz), ed ha trovato un insperato leader carismatico in Sead Kolasinac, leggenda delle ultime grandi stagioni del club, tornato a Gelsenkirchen a gennaio, in prestito dall’Arsenal e subito in campo con la fascia da capitano. Soprattutto, però, in un momento in cui le finanze permettono quasi solo movimenti in uscita e gli attaccanti in rosa non riescono neanche lontanamente ad incidere, Matthew Hoppe ha acceso una fiammella di speranza nei tifosi dello Schalke. Una risorsa interna che potrebbe aiutare ad allontanare i demoni della retrocessione – se non addirittura del fallimento – a suon di gol. Dopo quella tripletta, ha segnato anche nelle due partite successive contro Eintracht e Colonia. Il nuovo sogno americano.
✔️ First Bundesliga goal
✔️ First Bundesliga hat-trickAll in a day's work for @MatthewHoppe9 ⚽⚽⚽#S04 | #S04TSG pic.twitter.com/701pYpp3dn
— FC Schalke 04 (@s04_en) January 9, 2021
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