
Immaginate segnare più goal che partite giocate, vincere tutto, trovare la porta praticamente sempre e non poter vincere i premi individuali più ambiti per diversi motivi. Ecco. Ora pensate a Robert Lewandowski e al suo 2020. Il cannoniere polacco, classe 1988, infatti, ha fatto esattamente ciò che vi abbiamo detto. Eppure, al termine dell’annata migliore della sua carriera – e forse la migliore degli ultimi dieci anni a livello individuale di un giocatore che non si chiami Messi o Ronaldo – potrà dire di essere stato The Best, ma non potrà dire di aver conquistato né il Pallone d’Oro né la Scarpa d’Oro.
Il primo riconoscimento non è stato assegnato da ‘France Football’ per l’anno passato poiché la Ligue 1 francese, a causa della pandemia da coronavirus, si è fermata a marzo per non riprendere più. E, a pensar male, i giornalisti transalpini si sono guardati bene, in una stagione in cui Lionel Messi e Cristiano Ronaldo sono rimasti ‘fenomeni tra i comuni mortali’, dallo sfavorire nella corsa al trofeo Neymar e Kylian Mbappé.
Il secondo, invece, gli è stato ‘scippato’ da Ciro Immobile, 36 gol in 37 gare in Serie A con la Lazio, soltanto perché in Italia il campionato è a 20 squadre, non a 18 come in Germania. In più, le coppe non sono state conteggiate. Pertanto, il numero 17 biancoceleste ha avuto a disposizione quattro gare in più per superare le 34 reti di Lewandowski. Una vera e propria duplice beffa per il nativo di Varsavia. Soprattutto perché il polacco viene dal suo miglior anno di sempre in carriera.
Lewandowski, giunto in Germania nel 2010 per indossare la casacca del Borussia Dortmund, dopo quattro stagioni in giallonero, con 103 gol in 187 gare totali, nell’estate 2014 si è trasferito, a parametro zero, nella fila del Bayern Monaco. Nella sua prima stagione in Baviera ha realizzato 25 gol in 49 partite, la media di un gol ogni due gare, uno ‘score’, a ben vedere, da fenomenale centravanti. Bene. Quella, finora, è stata la peggior stagione di Lewandowski con la maglia del glorioso club di Monaco di Baviera.
Dall’annata seguente, 2015-2016, infatti, il centravanti non è mai sceso sotto i 40 gol totali annuali tra Bundesliga, Champions League, DFB-Pokal e Supercoppa di Germania. ‘Lewa’ ne ha messi a segno, nell’ordine, 42, 43, 41 e 40. Nel 2020 poi, è arrivato l’exploit.
La stagione perfetta, quella della definitiva consacrazione, forse a numero 9 di ruolo migliore al mondo. Lewandowski ha messo a segno 34 gol in 31 gare di Bundesliga (chissà se Immobile avrebbe conquistato la Scarpa d’Oro con il polacco in campo tutte le partite…), 15 reti in 10 gare in Champions League, e, infine, 6 reti in 5 partite di DFB-Pokal.
I'm just doing my job🤷♂️⚽⚽😀 @FCBayern pic.twitter.com/dHDrFZvFh0
— Robert Lewandowski (@lewy_official) December 19, 2020
Totale, per gli svogliati che non vogliono fare le addizioni: 55 in 47 (va aggiunta la Supercoppa di Germania). Lewandowski ha vinto la classifica cannonieri di tutte e tre le competizioni. Soltanto Ruud van Nistelrooy è riuscito a vincere la classifica cannonieri in campionato, in Champions League e nella coppa nazionale nello stesso anno, senza però chiudere il ‘Triple’. Lewandowski invece è risultato essere, in fin dei conti, l’uomo chiave dei tre successi del suo Bayern Monaco, il quale, a distanza di sette anni dall’ultima volta (correva l’anno 2013), ha potuto, così, bissare il tris.
Di destro, di sinistro, di testa. Da dentro o fuori dall’area. Lewandowski ha bucato il portiere avversario a ripetizione, in tutti i modi, da ogni posizione. Il giocatore si affaccia al 2020 con l’incredibile record di 266 gol in 307 partite con la maglia del Bayern Monaco. Un fenomeno della natura, inarrestabile. Il quale, per dovere di cronaca, nell’ultimo anno ha anche fornito 10 assist ai compagni.
Curiosità: nel 2019/20 Lewandowski ha segnato una quaterna in Champions League (alla Stella Rossa), una tripletta in Bundesliga (allo Schalke 04) e ben 12 doppiette in tutte le competizioni. Alzi la mano chi, ad oggi, sappia trovare sul panorama internazionale un centravanti più forte del polacco. Peraltro, merito anche della moglie, che ha disegnato per lui una dieta custom (lo fa di professione, come abbiamo raccontato qualche mese fa).
Comunque, anche la stagione 2020/21 non è iniziata male. 20 goal in 18 partite, 5 assist. Una serie di prestazioni da urlo, come il poker all’Hertha Berlino, la tripletta all’Eintracht. In totale, il bilancio nel suo 2020 è di 45 goal e di 13 assist in 40 presenze.
L’obiettivo, naturalmente, è quello di ripetersi. Ma, lo sappiamo tutti, non sarà facile. Se, infatti, sul fronte interno il calciatore è una garanzia (è già stato 5 volte capocannoniere sia in Bundesliga sia in DFB-Pokal), maggiori difficoltà incontrerà in Champions League, dove le più grandi corazzate d’Europa tenteranno di sfilare la corona al Bayern Monaco e di fare fuori Lewandowski dalla corsa all’ennesimo titolo individuale. Per ora, comunque, l’inizio lascia ben sperare: un double è tutt’altro che fuori discussione. Magari, stavolta, aggiungendo anche il Pallone d’Oro. Per davvero.
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