
Ci siamo tutti innamorati di lui da interno sinistro, quasi trequartista, in un ruolo in cui poteva esprimere talento, fantasia ed eleganza, tre delle doti che lo contraddistinguono. Invece Florian Neuhaus nel giro di qualche mese ha trovato una nuova dimensione nel Borussia Mönchengladbach: quella di regista davanti alla difesa, di uomo d’impostazione, deputato alla costruzione del gioco. Una dimensione nella quale ora è arrivato ad esprimersi quasi al meglio, per diventare quel centrocampista completo immaginato da Marco Rose e pronto, tra le altre cose, per la nazionale tedesca.
Florian Neuhaus è arrivato in Bundesliga dopo una straordinaria stagione di Zweite in prestito al Fortuna Düsseldorf, a cui il Gladbach lo aveva prestato subito dopo averlo acquistato dal Monaco 1860. Obiettivo farlo maturare e trovarlo più pronto. Centrato, in pieno. 8 assist nelle prime 14 giornate della scorsa stagione, giocando da interno sinistro del centrocampo a tre di Dieter Hecking. Con licenza di andare sostanzialmente dove preferisse, per scambiare con Pléa, Stindl e Hazard, con le spalle protette dalla diga Strobl e stando sempre fronte alla porta. Almeno fino a quando gli avversari hanno capito il giochetto e hanno smesso di concedergli tutto lo spazio da attaccare anche palla al piede.
🎙️ #Hecking: "I'm totally on board with the buzz around Florian #Neuhaus. He's met our expectations since day one. I'm not surprised at all that he's one of the players who has stood out so far."#DieFohlen #BMGM05 pic.twitter.com/dyBCtK8HQO
— Gladbach (@borussia_en) October 19, 2018
Anche all’inizio della stagione 2019/20 Rose ha riscontrato spesso lo stesso problema, tanto che dopo le prime 6 di Bundesliga tutte da titolare nelle successive 12 ne ha giocate la metà. Poi l’epifania, sotto forma di goal: una delizia da 40 metri contro il Mainz. Da lì non ha mai saltato nemmeno un minuto. Fiducia, sì, ma anche nuovi compiti che Rose gli ha assegnato. Neuhaus aveva bisogno di tornare a giocare fronte alla porta, così l’allenatore ha deciso di arretrarlo, renderlo più regista, di rimetterlo nel vivo del gioco. Gli ha dato in mano le chiavi del Gladbach affiancandolo a Zakaria (o a Kramer, in caso di assenza dello svizzero) a centrocampo.
🎙️ #Rose: "Florian #Neuhaus has become a more complete footballer of late. His technical ability has further improved, but he's also become more physical and gets stuck in more. He's really stepped up a gear since the winter break."#GladToBeBach #FCBBMG pic.twitter.com/YG6EiQu0ci
— Gladbach (@borussia_en) June 11, 2020
Dopo l’infortunio di quest’ultimo, ha tenuto in mano la squadra, riuscendo anche ad adattarsi al compagno di reparto che Rose gli ha dovuto affiancare per scelta tecnica o per necessità. Sia con Strobl che con Hofmann, che ha caratteristiche molto più offensive, Neuhaus è riuscito a esprimere al meglio il proprio gioco. Anche perché i tempi e le letture delle situazioni le ha sempre avute nel DNA. Per questo nella turbina di moduli che è stata il Gladbach nelle ultime 15 partite della scorsa stagione, Neuhaus è sempre riuscito a distinguersi: sia con la difesa a tre che a quattro, sia con la mediana a due che a tre, le sue prestazioni non sono cambiate.
“Conosciamo le sue doti tecniche e il suo potenziale, capisce il gioco. Sta lavorando sulla fisicità”.
Marco Rose su Florian Neuhaus
La tecnica e la visione di gioco, come dicevamo, le ha sempre avute. La nuova dimensione in cui sta entrando esaltano queste caratteristiche: sa smarcarsi per ricevere palla e la gioca velocemente, anche se spesso ha bisogno di toccare tanto il pallone per trovare confidenza. Nelle prime 6 partite dello scorso post lockdown ha completato di media 50 passaggi a partita toccando oltre 70 palloni, mentre nelle prime 6 era poco sopra i 40 passaggi e poco sopra i 50 palloni toccati. In fase di miglioramento anche il dato dei palloni persi, 1.4 ogni 90 minuti.

Il classe 1997 sarà chiamato a ulteriori miglioramenti, soprattutto quando si tratta di fase di non possesso: spesso va morbido a contrasto e in altre circostanze tende a piacersi un po’ troppo palla al piede. Certo quando tenta le giocate spesso gli riescono, come le aperture a 50 metri sugli esterni. O i goal difficili. Dovrebbe migliorare su quelli facili, dato che spesso davanti al portiere pecca della freddezza necessaria per concretizzare. In verità ha sempre preferito il passaggio: in quei casi raramente sbaglia o perde la lucidità. Si veda l’assist di San Siro per il momentaneo 1-2 di Hofmann contro l’Inter. Ed probabilmente è la ragione per cui Rose ha deciso di arretrarlo di qualche metro. Meno statistiche, più efficacia.
La scelta del tecnico sta tornando molto utile anche in chiave Nazionale. Quello di oggi non è più il Florian Neuhaus che conoscevamo un anno fa, ma un giocatore più completo che prima è sul taccuino di Löw e poi nel suo centrocampo: due partite, contro Turchia e Repubblica Ceca, entrambe da titolare, con un goal e con un incrocio dei pali. In generale, con due prestazioni maiuscole.
Su di lui ci sono anche gli occhi dei top club. Si diceva che Kovac lo volesse al Bayern l’estate scorsa e che la società non lo avrebbe accontentato. Papà, grande tifoso del Bayern, dovrà aspettare. Florian lo ha già detto: tempo al tempo, il suo pensiero è al presente. Un salto in un top club già ora, per la verità, potrebbe essere prematuro: un altro anno al Borussia-Park potrebbe solo che giovare. In ogni caso è già chiaro a tutti che si tratti solo di una questione di tempo. Perché uno come Florian Neuhaus è destinato al top.