
Se a dieci anni gli scout del Red Bull Salisburgo ti portano nel loro settore giovanile, vuol dire che qualcosa di speciale ce l’hai. Specialmente se ti pescano in una cittadina della Baviera di 8mila abitanti, per la verità piuttosto vicina a Salisburgo (circa 30 km). Mergim Berisha la tratta che porta da Berchtesgaden alla città austriaca l’ha battuta molto spesso, anche in giovanissima età. Viveva sul confine tra i due stati, quasi ogni giorno varcava il confine per andare ad allenarsi nell’academy dei Roten Bullen. L’arrivo nel Liefering, la seconda squadra del Salisburgo che milita nella seconda divisione, era solo destino. Certo in pochi si aspettavano un impatto così devastante: goal all’esordio, 50 secondi dopo il suo ingresso in campo, a 16 anni e 5 mesi.
Il nome del tedesco, di chiare origini albanesi-kosovare, è finito subito sul taccuino degli scout di tutta Europa. Lo plasmava un certo Marco Rose, allenatore dell’Under 19 del Salisburgo fino al 2017. Anno in cui i giovani austriaci, guidati da talenti come Patson Daka, Hannes Wolf, Xaver Schlager e lo stesso Berisha hanno trionfato in Youth League. In quella squadra si muoveva da seconda punta e aveva fatto impazzire tutti per aver segnato cinque goal nel secondo turno contro il Kairat Almaty.
Oggi, dopo un giro di prestiti, il classe 1998 è tornato protagonista al centro dell’attacco del Salisburgo. Si è tolto soddisfazioni importanti, come segnare all’Atlético Madrid e anche, soprattutto, al Bayern Monaco. Per un tedesco vale doppio. Per Marsch sta diventando un titolare e si sta ritagliando uno spazio importante anche nella Germania Under 21 di Kuntz: già cinque presenze e anche un goal. Prima non aveva mai vestito la maglia della nazionale. Anche perché in Germania, quando ci ha giocato, ha fatto malissimo.
Mergim Berisha infatti è tornato in patria nell’estate 2018, quando a chiamarlo è stato il Magdeburgo, che era stato appena promosso in Zweite Liga. Cercava una seconda punta da affiancare a capitan Beck, indiscutibile titolare in attacco. C’erano tante aspettative, che sono state clamorosamente deluse. Perché il suo bilancio è stato di zero goal e di soli 22 minuti giocati, di cui solo 13 in campionato divisi in quattro partite. Una bocciatura su tutta la linea, a partire dal tecnico Jens Härtel che descrisse pubblicamente i suoi alti e bassi in allenamento.
“Ci sono giorni in cui si allena così bene che sembra essere pronto per l’undici titolare. Poi ci sono giorni in cui non sembra sia sufficientemente bravo per far parte della squadra”.

I 16 goal e 10 assist in 34 partite con l’Altach lo hanno rilanciato e il Salisburgo è tornato a credere in lui. Nel gennaio scorso è stato richiamato alla base. Soltanto un goal, ma tanta fiducia. Quella che Jesse Marsch gli ha rinnovato anche quest’anno. Titolare contro l’Atlético Madrid: goal e assist. Titolare contro il Bayern: goal dopo quattro minuti. Entrambi goal che non sono bastati per vincere, ma che lo hanno messo sulla mappa del calcio europeo.
La prossima volta che ripasserà il confine con la Germania, quel confine che da giovane superava un paio di volte al giorno, sarà per giocare all’Allianz (edit: lo ha passato, e ha anche segnato un altro goal, ndr), ma spera di farlo presto anche per giocare con la Mannschaft. La strada, ora, finalmente è quella giusta.